La terza. La questione morale. Esiste in Sardegna una questione morale? Questa riguarda solo la destra, oppure lambisce non marginalmente anche la sinistra? Alcune vicende che hanno visto coinvolti autorevoli esponenti del PD gettano una luce preoccupante sul buon governo della sinistra, sulla sua presunta superiorità morale. Destra e sinistra non possono essere uguali di fronte all’illegalità, agli scandali, alla corruzione, al malgoverno: la sinistra è portatrice di una concezione della responsabilità e dell’impegno politico imperniati sull’etica pubblica. Il PD non può continuare, in modo pilatesco, a girare il capo dall’altra parte di fronte a chi ha un’idea della politica come puro strumento di potere, a chi fa un uso personale delle istituzioni per mero tornaconto o per consumare squallide vendette personali. La vicenda denunciata da Giovanni Maria Bellu, su queste stesse pagine, che ha visto protagonisti l’attuale Presidente della Provincia di Cagliari, il precedente Presidente appena decaduto e suo malgrado Don Ettore Cannavera, è un esempio tangibile di un uso improprio delle istituzioni, usate per un inaccettabile fine personale. La quarta. Primarie sempre e comunque, sia per la designazione a cariche monocratiche (Sindaco, Presidente di Regione), che per le candidature al Consiglio regionale e al Parlamento? Ma soprattutto quale sarà l’atteggiamento del PD di fronte alla richiesta di candidatura di quegli iscritti che risultassero indagati dalla Magistratura o addirittura condannati?
La quinta. Il limite di mandato. Un partito serio non cambia le regole a seconda delle convenienze, e allora: il limite dei due mandati, introdotto per le regionali del 2009, rimane immutato oppure prevarrà la solita furbizia delle deroghe ad personam? La sesta. Le alleanze. Il PD darebbe un contributo importante di chiarezza se, oggi, dicesse, in modo inequivocabile, che non farà alcuna alleanza elettorale con quei partiti, UDC e sardisti in particolare, che sostengono la Giunta Cappellacci. Sarebbe molto utile se oggi affermasse che non si piegherà al tentativo di esportare in Sardegna quella sorta di “compromesso moderato”, l’alleanza innaturale tra la sinistra di Bersani, Vendola, Di Pietro e l’UDC di Casini. Un’ipotesi che in Sardegna si tradurrebbe in un’alleanza con l’UDC di Giorgio Oppi: la parte più conservatrice del mondo cattolico, quella più compromessa con quel sistema di potere pervasivo e tentacolare, che da anni avviluppa la Sardegna.
Massimo Dadea
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